Another day in Paradise
Aiuta gli ultimi e potrai guadagnare un altro giorno in paradiso. In questa frase c’è tutto il significato, non per nulla nascosto, di una delle canzoni più emblematiche di sempre. Forse, e ripetiamo forse, questo gioiello di fine anni ’80 di Phil Collins supera di gran lunga la stessa ‘Imagine’ di John Lennon e ‘Knocking Heaven’s door’ di Bob Dylan.
Ma siamo verso il Natale ed in questi giorni non ci sentiamo di fare dei paragoni. Molto probabilmente, però, questo nostro schierarsi apertamente nei confronti di Phil, rispetto agli altri, deriva soprattutto dall’epoca in cui viviamo. Senza andare troppo oltre: tutta l’umanità, ma proprio tutta è stata dimenticata per motivi che non stiamo qui ad elencare.
Torniamo alla musica: era il 23 ottobre del 1989, trent’anni fa, quando il cantante inglese ritornò a farsi sentire attraverso le radio con questa semplice e potente canzone; una perla irripetibile di sensibilità nel sound e con versi scritti per andare dritti al cuore.
Sono questi gli elementi essenziali di ‘Another Day In Paradise’, singolo che anticipò l’album ‘…But Seriously’ ed era il quarto long play da solista per l’ex-batterista dei Genesis. Rappresentò anche l’ultimo primo posto nella billboard hot degli Stati Uniti d’America datata 23 dicembre del 1989. Due anni dopo lo stesso singolo fruttò a Collins un grammy awards e, un anno prima, ottenne il riconoscimento come miglior singolo britannico.
Ma il successo fu tale che rimase in vetta alle classifiche per ben quattro settimane, divenendo l’ultimo singolo numero uno del decennio ’80. Prima di lasciarvi ascoltare il brano vi segnaliamo l’intera tracklist del long play dal quale è tratto. In tutto erano dodici tracce musicali: Hang in long enough; That’s just the way It is; Do you remember ?; Something Happenend on the way to Heaven; Colours; I Wish It would rain down; Another day in paradise; Heat on the street; All of my life; Saturday night and sunday morning; Father to son; Find a way to my heart.