L’addio a Pietro Anastasi

Ha giocato con la Juve e con l’inter, ha indossato la maglietta della nazionale italiana di calcio con la quale ha vinto un Europeo e saltando, purtroppo, la leggendaria spedizione dei mondiali messicani del 1970; chiudendo la carriera nelle fila dell’Ascoli, prima, e del Lugano dopo. Ma nella sua ultima partita, purtroppo, non è riuscito ha realizzare il gol decisivo per liberarsi da un brutto male che lo aveva colpito alla fine del 2018. Così ci ha lasciato anche il grande Pietro Anastasi, all’età di 71 anni. Si è spento proprio dov’era nato: a Catania il 7 aprile del 1948.

Per le sue gesta in campo venne soprannominato il ‘Pelè Bianco’. La malattia di cui era affetto era la stessa che aveva stroncato Stefano Borgonovo. In questi casi sono sempre classiche le parole ‘che con lui se ne va un calcio d’altri tempi’. Parole, in fondo, che sono vere e sincere per un eroe, proprio di altri tempi, che faceva sognare e in cui i giocatori non cambiavano casacca di frequente, rimanendo per molto tempo in una squadra trasformandosi se non in una ma una delle ‘bandiere’ presenti sul rettangolo di gioco.

Forse fu uno dei motivi in cui, nel lontano 1976, fece scalpore il suo trasferimento dalla Juve all’Inter, dopo che con la squadra di Gianni Agnelli vinse dal 1968 al 1976 ben tre scudetti. Il 1968, inoltre, potrebbe essere considerato quello della svolta con la vittoria, come ricordato prima, dell’Europeo con la finale ripetuta a Roma contro l’allora Jugoslavia.

Due anni dopo, a causa di un infortunio, non poté prendere parte alla spedizione dei Mondiali di Messico 1970. Chissà se in quella leggendaria semi-finale Italia Germania avrebbe lasciato il segno e magari, perché no, avrebbe altrettanto firmato una sua rete contro il Brasile del vero Pelé? Ipotesi e suggestioni per un passato già scritto e che ci riporta comunque alla mente dolci ricordi che, nel corso degli e dei decenni, verranno sempre tramandati.

Se con la Juve ebbe maggiori fortune con la storica rivale, purtroppo, non riuscì a ripetere le gesta. Solo una Coppa Italia nel 1978. Dopo il ritiro conseguì il patentino come allenatore di terza e seconda categoria, per non completare l’opera, per preferire la carriera da opinionista nelle varie trasmissioni sportive.

Di certo ci siamo soffermati, seppur sommariamente, sulle tre maggiori esperienze effettuate nella sua prestigiosa carriera. Ed è bene approfondirle con alcuni dati statistici. Con la Juve totalizzò, in 8 anni, ben 205 presenze e 78 realizzazioni; con l’Inter, in due stagioni, 46 presenze e solamente 7 reti. Con la Nazionale di italiana di calcio, invece, 25 presenze e 8 realizzazioni sotto porta.

Qui sotto le migliori venti reti di Anastasi.