Usa vs Iran

In un modo o nell’altro dovevamo aprire queste due rubriche di Freetopix. Abbiamo scelto, forse, il modo più schietto e più sincero ed anche quello più improbabile; almeno così sembra. Sincero perché non c’è nulla di programmato in questo articolo doppiamente introduttivo, schietto perché l’argomento e gli argomenti che tratteremo anche in futuro non presenteranno nessuna ‘interferenza di parte’.

Certo è logico che ognuno di noi possiede i propri gusti, i propri interessi e le proprie convinzioni personali e politiche. Ecco, quest’ultima parola in ‘Parole Schiette’ non troverà tanto spazio. La rubrica si occuperà, essenzialmente, di problemi sociali non solo nel territorio nostrano ma anche in ambito internazionale. Più una pagina di approfondimento quasi settimanale che un consueto appuntamento da seguire tutti i giorni, seppur legato all’ampia categoria delle ‘News’.

Questa è la principale funzione di ‘Parole Schiette’ la quale, oggi, ha anche il merito o anche il demerito, come preferite voi, di riaprire un ulteriore spazio all’interno di ‘Freetopix’: Stati Uniti d’America. Una rubrica tutta interamente dedicata alla nazione stelle e strisce, in cui sarà analizzata in tutte le sue contraddizioni che la rendono affascinante, alcune volte, ed altre volte da criticare senza troppi giri di parole.

Per questo abbiamo deciso di aprire con un unico testo due spazi di ‘Freetopix’ in cui non le mandiamo a dire. Non per ottenere i likes su Facebook, ma per un senso di responsabilità per voi che leggete e che avete, soprattutto, la pazienza di seguirci e che, molte volte, vi siete scocciati di sentire o di leggere solo un’unica voce. Semmai non sarete d’accordo con il nostro modo di vedere le cose: avete tutta la libertà di dissentire. Si accettano le opinioni di tutti, soprattutto quelle civili.

La motivazione con la quale abbiamo aperto con il brano di Adriano Celentano, del 1984, è molto semplice: la crisi iraniana che, tra prima di capodanno e dopo il primo dell’anno si è acuita ancor di più. Il brano, d’altronde è una cover di una famosa canzone anni ’60 durante pubblicato durante le contestazioni per la guerra in Viet-Nam. Il richiamo a questa canzone lo si deve ad una frase, espressa proprio in queste ore, dal consigliere iraniano Khamenei: ‘sarà un nuovo Viet-Nam’.

Se prima era solo una questione di parole, di minacce, adesso si è passati direttamente ai fatti. Missili da una parte e dall’altra degli schieramenti. Se il controverso Presidente Trump, una volta insediatosi, aveva già minacciato l’Iran in merito al trattato sul nucleare, stracciando di fatto quello stipulato dal suo predecessore Barack Obama; dall’altro il generale Soleimani non le mandò a dire a Donald Trump: ‘ci troverai davanti alla Casa Bianca senza sapere il come’.

Chi abbia ragione o torto ce lo dirà sicuramente la storia. Sta di fatto comunque che mentre stiamo scrivendo la situazione tra Usa ed Iran è sempre più in evoluzione. Nelle ultime ore gli iraniani hanno bombardato le basi militari americane in Iraq, ma non è ancora chiaro se ci sono state delle vittime e con Trump che ha twittato: ‘Va tutto bene, valutiamo i danni’. In tutto questo l’Unione Europea rimane sempre più in balia di sé stessa, incapace di produrre se non proprio una voce comune, almeno una posizione che riesca almeno nell’intenzione di placare gli animi. Nonostante il nostro ministro degli Esteri Di Maio si è deciso di prendere una posizione, condannando la ritorsione iraniana.

Per molti potrebbe essere l’inizio della terza guerra mondiale. Per altri invece ci saranno solamente rappresaglie tra gli U.S.A ed Iran, senza l’intervento di altre parti. La realtà, forse, è che nessuno si è reso conto di quanto sia determinato Trump nel far riprendere il prestigio internazionale all’America, nonostante il più volte annunciato ritiro nei propri confini che francamente non ha convinto del tutto. Ciò non toglie, comunque, che la situazione potrebbe sfuggire di mano.

Nei prossimi giorni, sia con ‘Parole Schiette’ che con ‘Stati Uniti d’America’, torneremo ad affrontare tale vicenda, sperando in una pacificazione tra le due parti. Ma come intona Adriano Celentano siamo veramente in un vecchio pazzo mondo e sperando, ulteriormente, di non essere alla vigilia di una distruzione nucleare.