The Boss: Dove eravamo rimasti?

BRUCE SPRINGSTEEN

Si riprende la storia di ‘The Boss’ ripartendo da un sottotitolo che richiama, volontariamente, la famosa frase di Enzo Tortora. In effetti a parte l’omaggio quasi voluto, l’espressione non è forzata: l’ultimo articolo sulla storia di Bruce Springsteen risale esattamente a due settimane or sono, fermandoci quasi all’arrivo di un luogo fondamentale non solamente per lui stesso e per la sua carriera futura, ma per la storia della musica in generale: Ashbury Park. Eppure, per questa serie di appuntamenti, è meglio fare un passettino indietro riassumendo tutto quello che è stato raccontato fino adesso, per poi svelarvi l’appuntamento bomba della prossima settimana.

RIAVVOLGIAMO IL NASTRO

Usare questa semplice espressione di apertura mette un pò nostalgia per tutti quelli che nati negli anni ’80 e ancor prima, ma rende bene il senso di quello che si vuole riportare in questo articolo. Niente paura: non verranno riscritti tutti gli articoli fin qui pubblicati, risulterebbe impossibile. D’altronde, e bisogna ammetterlo, che in questi primi quattro appuntamenti ci siamo mossi un pochino troppo al rallentatore, senza aver fatto ascoltare nessuna canzone del boss. Ma ci rifaremo presto, molto presto. Ripartiamo dunque da dove ci eravamo fermati. Si, perché l’ultima ‘tappa’ del viaggio in cui ci eravamo fermati rappresenta, per il Boss, non solo l’inizio della sua avventura musicale le radici d’appartenenza.

QUEL MAGICO ASBURY PARK

Quella magica località balneare dello Jersey Shore piena di locali notturni, con tanta vita notturna, ha rappresentato il vero trampolino di lancio per gli inizi della gavetta per Bruce Springsteen. In quel Upstage Club, invece, senza saperlo, lo stesso cantante italo-americano, iniziò a porre le basi per il suo futuro fondando diverse band. L’ultimo gruppo musicale che fondò si chiamava ‘Steel Mill’ e con esso, nel lontano 1971, sfiorò il suo primo long play. Mancava solo ed essenzialmente un biennio al suo vero debutto discografico e, fino ad allora, aveva conosciuto gente come Steven De Zandt, Danny Federici e Vini Lopez. Frattanto aveva sostituito la buona vecchia chitarra Kent, regalatagli dalla madre, per una Gibson Le Paul.

ASPETTANDO IL 1973

Il 1973 è l’anno definitivo della svolta per Bruce Springsteen e la prossima settimana l’articolo sarà una vera e propria fase di passaggio, tra quello che è successo dopo lo sfioramento del primo Lp fino alla pubblicazione del primo album. Anticipando che il 1973 per il boss è stato l’anno del duplice debutto nel mondo della musica.