Come ormai avete ben intuito in questi due mesi con la rubrica ‘Storie Vere’ vengono affrontati fatti o avvenimenti forti, tragici, storici, cruenti e amari. Anche in questo appuntamento si ritorna nella tanto affascinante isola siciliana con la sua tragica storia, in cui vengono narrati il coraggio e il doppio senso di giustizia e di Stato di uomini valorosi come quelli dell’Anti-mafia. Dopo il 23 maggio del 1992, con il quale abbiamo riavviato la rubrica, e il 19 luglio del 1992 ritorniamo indietro nel tempo di ben nove anni: il 29 luglio del 1983, quando venne barbaramente assassinato il Consigliere dell’Ufficio Istruzione Rocco Chinnici.
Alla sua figura, al suo impegno ed al suo sacrificio, non gli è stato dedicato un film direttamente sul grande schermo, né una miniserie e nemmeno una serie televisiva; ma un’opera sul piccolo schermo, andata in onda per la prima volta il 23 gennaio di due anni fa, intitolata: ‘Rocco Chinnici – E’ così lieve il tuo bacio sulla fronte’, a sua volta ispirato liberamente dal libro scritto dalla figlia del magistrato ucciso dalla mafia: Caterina Chinnici.
Ad interpretare il padre putativo del leggendario Pool Antimafia troviamo il bravissimo Sergio Castellitto, non nuovo a ruoli impegnativi. Già acclamato dalla critica e dal pubblico per le performance nei panni di ‘Enzo Ferrari’ e ‘Padre Pio’ nelle omonime fictions. A dirigere il film è il regista Michele Soavi e prodotto da Luca Barbareschi, mentre sia il soggetto che la sceneggiatura sono state realizzate da Franco Bernini e Maura Nuccettelli.
Il lungometraggio televisivo è un lungo ricordo suddiviso in vari momenti sparsi, ma con un filo logico, lineare che non crea confusione. Un ricordo vissuto attraverso la testimonianza e gli occhi della figlia Caterina, che come si vede nel film, anche nella realtà prenderà le orme del padre e che, inoltre, fa entrare quasi in punta di piedi lo spettatore nella vita professionale e privata di un personaggio storico senza alcuna esasperazione di sorta.
Quando il film per la tv venne annunciato, durante l’intervista di presentazione, l’attore Sergio Castellitto affermò che ‘molte volte, nel riportare in vita, questi carismatici ed iconici personaggi storici, si tiene solamente conto del ruolo che essi hanno, occupano e che rappresentano per la società; dimenticando l’uomo nella sua essenza. Rocco Chinnici, sempre l’attore romano, è l’amico, il padre, il giardiniere che si incontrano ogni giorno’.
Infatti questo lato, questa particolarità non solo non viene tralasciata dalla sceneggiatura, ma nemmeno tende a schiacciare il lato professionale: come le indagini e le minacce anonime che iniziavano ad assillarlo nell’ultima parte della sua vita. L’attentato del 1983 apre e chiude il film, ma non viene ripetuto per due volte; viene interrotto al momento dell’esplosione, rimanendo sospeso in quell’attimo terribile fuggente in cui c’è tutta una vita da ricordare, da contemplare per un esempio di senso civico che non verrà mai dimenticato.