Quando il ciclo ‘Storie vere’ incrocia la storia. In fondo capita sempre. Piccole e grandi storie, di fatti realmente accaduti, sono stati raccontati attraverso opere più o meno coraggiose. Non è da meno nemmeno quest’ultima in quest’ulteriore appuntamento del mese di giugno. Un fatto storico che prima è stato fonte di ispirazione per un libro e poi, successivamente, un film memorabile diretto da Alan J. Pakula ed interpretato da due pezzi grossi di Hollywood. Un’opera cinematografica in cui si ripercorre le fasi dell’inchiesta giornalistica, iniziata la notte del 17 giugno del 1972, e che portò alle dimissioni, il 9 agosto del 1974, l’allora 37° Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon: lo scandalo era conosciuto con il nome di Watergate.
I due coraggiosi cronisti del Washington Post, i quali si trovarono per le mani una vera e propria patata bollente, erano Robert Woodward e Carl Bernstein, rispettivamente interpretati da Robert Redford e Dustin Hoffman. Il film, intitolato ‘Tutti gli uomini del Presidente’ e che uscì il 4 aprile del 1976, mentre da noi il 21 ottobre dello stesso anno, tende a scavare a fondo nelle indagini che i due svolsero, indagini incentrate su cinque uomini di Nixon, che la sera indicata, entrarono nel palazzo del Watergate, un complesso di edifici residenziali, in cui c’era la sede del Partito Democratico, con l’intento di trafugare dei particolari documenti.
Inizialmente la sceneggiatura venne realizzata da uno dei due protagonisti della vicenda, Carl Bernstein, ma il risultato non risultò essere soddisfacente; molti fatti furono romanzati. In seguito, su consiglio di Robert Redford, lo script venne affidato a William Goldman. Risultato? Un noir vicino quasi ad una spy story ed una spruzzata di alta tensione che non guasta mai. Nella notte degli Oscar del 1977 su otto nominations, ne conquistò ben 4: la miglior sceneggiatura non originale, la miglior scenografia, miglior sonoro e per il miglior attore non protagonista a Jason Robards, il quale non doveva fare nemmeno parte del cast inizialmente.
La decisione di affiancare Redford Dustin Hoffman venne presa per il semplice motivo di non oscurare il personaggio relativo a Bernstein e neanche, allo stesso tempo, di oscurare un attore sicuramente bravo ma non ancora di nome. Per il resto la coppia fu molto convincente; sembrava che avessero lavorato insieme da una vita.
Richard Nixon in questo film fa la sua comparsata ma solo mediante immagini e filmati di repertorio, con cui aprono e chiudono l’opera cinematografica. Le atmosfere cupe, la costruzione della trama intorno alla vicenda storica, testimoni che non vogliono parlare gettano luce ed attenzione su uno degli scandali più famosi della storia degli Stati Uniti d’America; dove in gioco non c’è solamente in ballo il Primo Emendamento, ma anche il futuro della nazione.
In definitiva ‘Tutti gli Uomini del Presidente’ non è solamente una pietra miliare del cinema, ma un prodotto di alto livello in cui la storia, all’epoca contemporanea, diventa l’assoluta protagonista divenendo ulteriormente immortale. Su questo argomento torneremo a parlare, con ulteriore articolo di approfondimento, il prossimo 9 agosto.