Il vero scopo dei film ispirati da fatti realmente accaduti è quella di ricostruire il più fedelmente gli eventi, ricordandoli per evitare che si possa perdere memoria dei medesimi; l’elemento romanzato è parte integrante dello spettacolo. Un ornamento, quindi, come un giusto colore da usare su un quadro appena abbozzato solo con le linee realizzate a matita. Quando poi il cinema incontra grandi eventi storici capita spesso che l’epicità stessa s’insinua naturalmente, trovando come ulteriore fonte di ispirazione un episodio durante la guerra civile americana. “Salvate il soldato Ryan”, uscito il 24 luglio del 1998, è l’unione di due vicende che si sono realmente verificate: la singolare storia di otto fratelli che perirono tutti quanti durante la guerra civile americana e lo sbarco in Normandia avvenuto il 6 giugno del 1944.
Il regista di questo monumentale affresco storico è Steven Spielberg, ma non il vero ideatore della trama. Fu lo sceneggiatore Robert Rodat che nel trovarsi di fronte ad un monumento in memoria ai caduti di ogni conflitto armato: dalla stessa guerra civile alla Prima guerra mondiale, dalla Seconda guerra mondiale a quella di Corea, fino ad arrivare alla maledetta guerra in Viet-Nam, presso Putney Corners nello Stato del New Hampshire, notò i nomi degli otto fratelli e decise di scriverne la sceneggiatura, ambientandola durante il secondo conflitto mondiale. Il copione fu accettato solamente dopo l’undicesima stesura dal produttore Mark Gordon e, nel frattempo, Rodat convinse Tom Hanks a prendere parte al progetto, il quale a sua volta, convinse Steven Spielberg a dirigerlo.
Oltre a Tom Hanks, il cast era composto anche da Edward Burns, Tom Sizemore, uno sconosciuto Vin Diesel, Giovanni Ribisi, Bryan Cranston, Dennis Farina e Matt Damon nel ruolo del soldato da salvare. Il film fu non solo un successo al botteghino ma un vero e proprio successo finanziario con ben 216.540.909 milioni di dollari negli Stati Uniti, 265.300.000 nel resto del mondo. Per un totale di 481.840.909 milioni di dollari.
“Salvate il soldato Ryan” ti inchioda allo schermo dall’inizio alla fine, trascinandoti nel baratro della follia del conflitto lasciando, nonostante tutto, la speranza che non tutto è perduto. Le scene realistiche, grazie anche all’accurata ricostruzione dello sbarco in Normandia, lo pongono di diritto nella classifica dei migliori film bellici mai realizzati, se non il migliore in assoluto. La colonna sonora composta da John Williams aiuta ancor di più l’epicità della storia. Molto convincenti le prove degli attori ed in alcuni momenti anche molto toccanti.
Il film ottenne ben 11 nominations agli Oscar, conquistandone solamente 5: miglior montaggio sonoro, miglior sonoro, miglior montaggio, miglior fotografia e miglior regia. Giusto quest’anno il film è stato tirato in ballo per un inutile confronto con un’altra pellicola del genere: ‘1917’, ambientato nel penultimo anno del primo conflitto mondiale. Diversi critici hanno definito ‘1917’ il nuovo ‘Soldato Ryan’. Il punto è che l’opera di Sam Mendes non solo ha ottenuto solamente tre statuette, tutte e tre sul profilo squisitamente tecnico, e nonostante non abbia vinto nemmeno Spielberg l’Oscar come miglior film, l’idea di Rodat possiede più anima, più sentimento, più emozioni di quello di Sam Mendes.
“Salvate il soldato Ryan”, dunque, è uno straordinario ed epico omaggio a tutti coloro che sono morti nei conflitti a cui presero parte. Un omaggio scritto, girato e realizzato con il cuore e con una storia convincente a dispetto di qualche errore storico, con un unico messaggio che è un vero inno alla vita ovvero, una volta in cui ti sei salvato da una follia del genere, apprezza il dono più grande che si ha: la vita stessa.